Caregiver : come prevenire l’affaticamento della compassione.

Caregiver : come prevenire l’affaticamento della compassione.

La maggior parte dei caregiver sperimenta momenti in cui la fatica e la frustrazione di fornire assistenza a una persona cara possono rasentare il burnout.

E’ importante capire che esiste un termine per questo sentimento: ‘stanchezza da compassione.

La compassione è “sentire e agire con profonda empatia e dolore per coloro che soffrono”.

A differenza del burnout, l’affaticamento da compassione deriva dall’esposizione a esperienze traumatiche di un’altra persona e crea alti livelli di stress emotivo.

E considerato principalmente un rischio professionale per infermieri, operatori sanitari, sociali, dei penitenziari ma anche per i caregiver familiari.

È il risultato cumulativo di giorni, settimane, mesi e anni di gestione di responsabilità assistenziali spesso non riconosciute, apparentemente infinite, emotivamente impegnative e fisicamente estenuanti.

Sentirsi sopraffatti, esausti e svuotati .Evitare e non voler stare con la persona amata (scegliere di lavorare fino a tardi, sognare ad occhi aperti di non doversi più occupare di loro, ecc.).

 

Quali sono i primi segnali di affaticamento della compassione

  • Una diminuzione della pazienza e della tolleranza
  • Scoppi di rabbia che non sono caratteristici del tuo comportamento
  • Cinismo e disperazione
  • Ansia accresciuta
  • Ridotta capacità di prendere decisioni sulla cura
  • Difficoltà a dormire
  • Sintomi fisici, come mal di testa o problemi gastrointestinali

Come prevenire l’affaticamento della compassione.

Carol Bradley Bursack , fondatrice di Minding Our Elders ci ricorda che ” la fatica della compassione non è un bianco o nero: è un continuum.

Se inizi a notare uno dei segnali di cui sopra, il passo successivo è quello di rendere te stesso una priorità a tendere.

Molti sperimenteranno questi segnali di avvertimento di volta in volta. Questi sentimenti e comportamenti sono indesiderabili ma comuni per una fascia demografica così oberata di lavoro e con così poche risorse a disposizione.

Quando l’elenco di cui sopra inizia a descrivere la tua vita quotidiana piuttosto che il comportamento fugace in una brutta giornata, è assolutamente il momento di agire.

Comincia a prenderti cura adeguatamente di te stesso.

Spetta a te essere il tuo primo sostenitore e attuare piani di assistenza che consentano pause regolari, autovalutazioni, tempo di tregua.

Apportare questi cambiamenti non solo ti aiuterà a ridurre al minimo il carico, ma ti consentirà anche di creare un’esperienza di caregiving più positiva e gratificante per te e la persona amata.

Anche avere uno sfogo non giudicante per esprimere i tuoi pensieri può essere molto utile.

Come COUNSELOR PROFESSIONALE ti offro uno spazio in cui sono disponibile ad ascoltarti.

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